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Le vie ferrate

Le prime vie ferrate furono allestite sulle Dolomiti oltre un secolo fa per permettere di attraversare i punti più critici su roccia con tratti di corde metalliche, scalette verticali, gradini, ponti sospesi. Molte furono di origine militare e attrezzate durante il primo conflitto mondiale.

Ora costituiscono una possibilità accessibile destinata a facilitare la progressione garantendo la sicurezza. Ovviamente, imbrago, caschetto, kit da ferrata e guanti specifici sono indispensabili e l’accompagnamento di una guida alpina è auspicabile, almeno le prime volte, per assaporare tutto il gusto di una prestazione atletica in un ambiente integro, difficile e al contempo affascinante.

Le più famose mete dolomitiche annoverano la Ferrata Roda de Vael nel gruppo del Catinaccio, in concatenamento con la più impegnativa ferrata del Masarè; la Bolver-Luglio al Cimon della Pala sulle Pale di San Martino, la storica ferrata Cresta Ovest sulla Marmolada che raggiunge punta Penia, la cima più alta con i suoi 3342 metri; la ferrata Passo Giau-Gusela-Rifugio Nuvolau in cui si è attorniati dalle più celebri cime dolomitiche. Ma ogni gruppo dolomitico è scrigno di vie ferrate.

Tra quelle per principianti, un’idea è la ferrata didattica Val di Scala nella Valle del Vanoi, a pochi chilometri da San Martino di Castrozza, raggiungibile comodamente in auto; il percorso è molto suggestivo, costeggia una cascata verticale e attraversa un ponte tibetano lungo 12 metri. Il rientro è lungo un comodo sentiero.