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I Borghi più Belli delle Dolomiti

San Jèn di Fassa

Da più di due anni le frazioni di Pozza, Pera e Vigo di Fassa si sono riunite sotto un unico comune: San Jèn/San Giovanni di Fassa, proclamato poi uno dei borghi più belli d’Italia. Queste borgate sorgono in una conca molto ampia e soleggiata della Val di Fassa, circondate dal massiccio del Sella e dalle vette del Catinaccio e del Latemar. Ci troviamo sicuramente in un’area ricca di storia e cultura: la pieve di San Giovanni e la chiesetta di Santa Giuliana sono, ad esempio, delle ottime manifestazioni di arte tardogotica, anche se entrambe furono originariamente delle antiche chiese romaniche. È vero anche che questo comune viene favorito dalla sua posizione geografica, molto centrale rispetto alla Val di Fassa, ma non era scontato che fu, fino all’Ottocento, anche il nucleo amministrativo: infatti, Vigo di Fassa ospitava il potere giudiziario, strettamente legato all’autorità imperiale, e quello amministrativo, manifestato con le assemblee della Comunità. Queste località però, soprattutto il Catinaccio, sono conosciute (e fotografate) per la splendida magia delle Dolomiti…avete già indovinato di cosa stiamo parlando? Dell’Enrosadira ovviamente! Dal latino enrosadöra (“diventare di colore rosa”) questa parola descrive il meraviglioso momento in cui, all’alba e al tramonto, le cime dolomitiche si colorano di rosa, arancione, rosso e viola. Non dimentichiamoci che ci troviamo nel luogo del leggendario regno di Re Laurino, il quale coltivava nel Catinaccio (in tedesco Rosengarten, giardino di rose) una distesa di rose rosse, responsabili, secondo la leggenda, di tingere le montagne di vermiglio. A Vigo, inoltre, sentirete il cuore ladino pulsare e tramandare la tradizione di questa meravigliosa cultura: al Museo Ladin de Fascia e all’InstitutCultural Ladin scoprirete gli aspetti più profondi della tradizione ladina. I fassani lo chiamano “lo scrigno della memoria” per tramandare di generazione in generazione le radici di questa Valle. In più, questi musei offrono un supporto multimediale per una visita interattiva che non vi annoierà di certo! Tranquilli, per gli appassionati dello sport San Jèn di Fassa offre un’area sciistica degna di nota: un vero paradiso per gli sciatori! Da Vigo potrete raggiungere direttamente con la funivia Ciampedie (“campo di Dio” in ladino), da dove partono anche bellissimi sentieri per le vostre escursioni estive! Da Pozza, invece, potrete scoprire la ski area Buffaure per ammirare i paesaggi mozzafiato che ci offre il Catinaccio.

Foto © Enrica Pallaver Photography

Castelrotto/Kastelruth

Circondato dai pascoli dell’Alpe di Siusi e dalla bellezza del massiccio dello Sciliar, Castelrotto (in tedesco Kastelruth) è una piccola perla dolomitica, diventata uno dei borghi più belli d’Italia dal 2018. Il suo nome, Castellum Ruptum, letteralmente castello diroccato, deriva dal fatto che l’antico castello originario a Colle venne raso al suolo, probabilmente in seguito ad una battaglia. Esso racchiude ben undici frazioni, tra cui San Vigilio e Compatsch. Oggi questo borgo viene visto come un connubio pittoresco di stili: se da una parte abbiamo gli edifici tradizionalmente baroccheggianti, dall’altra abbiamo una serie di affreschi Liberty dipinti sulle facciate delle abitazioni da Eduard Burgauner, il cui scopo era quello di trasformare il paese in una vera e propria opera d’arte. Se siete amanti delle contraddizioni e degli accostamenti un po’ strani vi consigliamo di visitare la casa della famiglia Burgauner, Villa Felseck, ai margini di Castelrotto. Qui potrete ammirare i mesi dipinti in modo ciclico secondo la vita di contadini e agricoltori. Un’altra tappa in questo suggestivo borgo è sicuramente Casa Thurn-Edenberg, ovvero il nucleo medioevale della torre Edenberg, dipinta anch’essa da Eduard Burgauner e dello zio Johann Burgauner. All’entrata di Castelrotto troverete subito Piazza Krausen, per poi alzare lo sguardo al cielo e rimanere colpiti dalla maestosità della torre campanara di metà Ottocento. Sicuramente il vostro sguardo si soffermerà sullo stemma dipinto sulla facciata del municipio, risalente al 1607: quello è lo stemma della famiglia ungherese Krausen, la quale era solita trascorrere le vacanze a Castelrotto. In piazza potrete visitare anche il Museo del Costume, dove sono esposti i tradizionali vestiti tirolesi (Dirndl). Pensate che qui a Castelrotto si trovano due alberghi storici aperti dal Seicento, il Goldenes Rössl e Zum Wolf.  Ve l’avevamo detto che le Dolomiti sono un luogo pieno di storia no?

Foto ©  Hotel Villa Kastelruth 

Sottoguda

Situato ai piedi della Regina delle Dolomiti, la Marmolada, vicino a Rocca Pietore, Sottoguda, il paese nella parte più alta della provincia di Belluno, è diventato uno dei borghi più belli d’Italia nel 2016. Sottoguda probabilmente nasce come un insediamento militare durante il periodo longobardo, per poi essere passato sotto il controllo della contea del Tirolo dall’anno Mille fino al 1395. Dopodiché, diventò parte, insieme a tutti gli altri territori dell’Alto Agordino, della provincia di Belluno. L’edificio più antico di Sottoguda, sopravvissuto anche al terribile incendio che devastò il borgo nel 1881, è la chiesetta dedicata ai santi Fabiano, Sebastiano e Rocco, che risale al 1486. Tuttavia, lo scenario più accattivante di questo borgo è senz’altro i Serrai di Sottoguda, u vero e proprio canyon profondo circa 2 km che inizia dopo le ultime case abitate e arriva fino alla conca di Malga Ciapela. Il percorso è adatto a tutti, tra alte rocce strapiombanti e il fruscio del torrente Pettorina sarà un’escursione indimenticabile! Inoltre, in inverno, le cascate diventano un’elettrizzante palestra di arrampicata: una delle più apprezzate d’Europa.

Non preoccupatevi avventurosi, ce n’è anche per voi! Potrete raggiungere i 3309 metri di Punta Rocca grazie alla funivia che parte da Malga Ciapela e dal centro di Rocca Pietore potrete seguire il sentiero ed addentrarvi nei boschi di Laste-Ronch per godervi la meravigliosa vista sui monti Pelmo e Civetta.

Foto ©  Enrico Bassi

Sappada Vecchia-Plodn

Questa volta siamo in Friuli Venezia Giulia, nella borgata di Cima Sappada: stiamo parlando di Sappada Vecchia-Plodn! Volete saperne di più riguardo a questo nome un po’ particolare? Be Sappada Vecchia è il borgo che, tradotta dal dialetto tedesco (zum poden) significa “sul pianoro”. Plodn, d’altro canto, è il nome che le viene attribuito nell’idioma locale, collegato invece al fiume Piave (Plavis) che nasce proprio qui, derivante dalla radice indoeuropea plou (“scorrere dell’acqua”). Sappada appartenne al Patriarcato di Aquileia, ma furono i tirolesi emigrati a svilupparla, in quanto erano particolarmente attratti dalle miniere di ferro, attive dal 1334 fino al secolo scorso. Questo borgo, diventato uno più bello d’Italia nel 2017, è letteralmente nato dal legno: infatti, la caratteristica di Sappada Vecchia è la sua architettura tradizionale molto ben conservata che richiama le forti influenze tirolesi. Si tratta, appunto, di una struttura detta “a Blockbau” tipica della cultura architettonica tedesca: le case, quasi completamente in legno, sono costruite con travi orizzontali incastonate agli spigoli e poggianti su un basamento in pietra. Sotto c’era la stalla con gli animali, mentre sopra il fienile. Queste suggestive abitazioni ora sono diventate luogo di interesse e la maggior parte sono state ristrutturate e adibite a museo. Riscoprire le antiche tradizioni e le radici di un luogo è sempre importante per tramandare i vecchi usi e costumi, senza perderne l’autenticità. Proprio per il suo aspetto di tipico villaggio alpino, Cima Sappada è stata scelta dal registra Terence Malick come set per il su fil del 2019 sul nazismo, Radegung.

Da vedere sono sicuramente la chiesa parrocchiale del periodo barocco nella borgata di Granvilla e la chiesetta di Sant’Osvaldo a Cima Sappada, risalente al 1732. Altre tracce di storia sono, invece, nascoste nell’alta Val Sesis, presso le sorgenti del Piave verso il confine con L’Austria, dove si possono trovare alcune fortificazioni delle Grande Guerra.

L’evento a cui partecipare assolutamente nonché il più importante per i sappadini è il Carnevale! In questo caso, è diviso in tre domeniche: quella dei Poveri, quella dei Contadini e quella dei Signori e, durante la festività, tutti sono mascherati totalmente, nessuno si scopre il volto, il quale è nascosto solitamente da un mascherone di legno che altera la voce facendola rimbombare. Se vi piace il mistero questo è l’appuntamento che fa per voi!

Foto ©  Mattia Coin

Mezzano

Situato all’estremità orientale del Trentino, nel comprensorio di Primiero, Mezzano è rimasto intatto dal turismo di massa ed è, ad oggi, uno dei pochi borghi a mantenere tra le abitazioni delle stalle ancora perfettamente funzionanti. Prati verdi, campi rigogliosi, pascoli e boschi fanno da cornice alle case caratteristiche del paese, che sembra cullato dai campanacci delle mucche e dal rumore della falce. Camminare tra i vialetti lastricati “a salesà” sarà un vero tuffo nel passato! Letteralmente il nome Mezzano (medianum in latino) fa riferimento alla posizione intermedia rispetto agli altri comuni di Primiero, posti al di sopra, come Siror o al di sotto, come Imer. L’attività estrattiva di questo borgo iniziò verso il 1350 e finì nei primi anni del Cinquecento, periodo in cui Mezzano conobbe lo sviluppo minerario, senza però perdere la sua forte radice agricola. Prima il paese fu sotto il controllo degli Asburgo, per poi diventare dominio dei conti Welsperg fino ai primi anni del Ottocento, ovvero quando Napoleone occupò l’area. Solo nel 1918, Mezzano, come gli altri paesi del Primiero, passarono dall’Austria all’Italia. Se pur piccola, Mezzano offre talmente tanta magia alpina e tradizionale che ci si può perdere attraverso le così dette “canisele” e piazzette, rimanere incantati ammirando le antiche fontane di pieta o gli orti fioriti e ritrovarsi proiettati in un’altra epoca. Si scopre qualcosa di nuovo ad ogni angolo! Scorci e scenari che in uno scatto possono immortalare anni di storia rivendicano l’identità del borgo, proclamato uno dei più belli d’Italia nel 2015. Mille e più sono le esperienze da vivere a Mezzano: dall’itinerario “Segni sparsi del rurale” alle installazioni artistiche di legna chiamate “Cataste e Canzei”. Quest’iniziativa vede partecipare ogni anno cittadini che vogliono testare la loro vena artistica con questa particolare forma d’arte, tanto semplice quanto meravigliosa. In tutto il borgo sono sparse ben 31 cataste artistiche, ma ogni anno se ne aggiungono di nuove. Tuttavia, anche se come abbiamo detto in precedenza Mezzano cerca di mantenere sempre la sua identità tradizionale, allo stesso tempo propone una contemporaneità architettonica continuamente rinnovata. È questo il caso della piazza del Brolo, di piazza Fontana e del centro civico. Assolutamente da non perdere la Liseira, dove le donne andavano a bollire la cenere per lavare i panni e che ora è diventato uno spazio pubblico multimediale, e la chiesetta di San Giovanni, situata a 1175 m. in località Prati Lièndri, raggiungibili in un’ora di camminata dal centro del borgo. Fidatevi di noi, Mezzano Romantica merita sicuramente una tappa nella vostra vacanza tra le Dolomiti!

Foto © Enrica Pallaver Photography